Quando l’ex moglie perde il diritto al mantenimento?
Il diritto al mantenimento da parte dell’ex-coniuge non è per sempre!
Il diritto al mantenimento personale dell’ex coniuge è uno degli argomenti più dibattuti in materia di diritto di famiglia negli ultimi tempi ed anche noi lo abbiamo più volte affrontato, poiché è uno dei temi più critici da affrontare quando ci si rivolge a un avvocato divorzista per affrontare la fine del rapporto coniugale.
In quali circostanze l’ex moglie perde il diritto al mantenimento?
“Devo mantenere la mia ex moglie a vita?”
“La mia ex moglie si è rifatta una famiglia, posso smettere di pagarle il mantenimento?”
“Lei ha un altro uomo da dieci anni, devo continuare a mantenerla?”
“Ha ereditato la casa dei genitori e ora l’affitta. Devo continuare a mantenerla?”
“Se lei ora lavora e guadagna ha ancora diritto al mantenimento?”
Queste domande mi vengono rivolte spesso dagli ex mariti.
Ritengo quindi opportuno mettere in chiaro in quali circostanze l’ex moglie (ma sarebbe più corretto dire l’ex coniuge) perde il diritto al mantenimento personale.
Così come il nuovo matrimonio, anche una nuova convivenza fa venir meno il diritto al mantenimento da parte dell’ex coniuge.
Ma cosa s’intende per “convivenza”?
Se per convivenza s’intende la coabitazione, basterebbe non trasferire la residenza per aggirare la norma.
L’ex marito potrebbe rimanere obbligato a mantenere la ex moglie anche quando la stessa abbia uno stabile legame affettivo con un altra persona e persino abbia avuto un altro figlio, mantenendo con il nuovo partner residenze diverse.
Sarebbe però così molto semplice per l’ex moglie mantenere il diritto al mantenimento, pur in assenza dei presupposti sostanziali.
D’altra parte vi sono casi in cui gli stessi coniugi non convivono, magari per ragioni lavorative, eppure ciò di per sé non mette in discussione il legame affettivo e di vita che li unisce.
Tali osservazioni hanno indotto la Corte di Cassazione e, sulla scia, anche i Tribunali a rivedere la posizione assunta in precedenza.
La Suprema Corte, infatti, sia pure pronunciandosi in materia di risarcimento, ha mostrato di dare maggior peso al legame affettivo e al progetto di vita che lega due persone, piuttosto che al mero dato della coabitazione, di per sé poco significativo.
La Corte di Cassazione ha quindi preso atto dei tempi che cambiano e del fatto che una relazione affettiva possa essere alimentata e possa trovare progettualità anche a distanza, arrivando a dire che si può essere una coppia di fatto anche senza coabitare.
La costituzione di un nuovo nucleo famigliare prescinde dalla convivenza.
Sulla scia di questa interpretazione, il Tribunale di Como ha recentemente preso una decisione sostanzialmente innovativa.
All’ex moglie che aveva un rapporto stabile con il proprio compagno, tanto da avere un figlio da lui, non è bastato non conviverci.
Il Tribunale di Como infatti l’ha dichiarata decaduta dal diritto al mantenimento da parte dell’ex coniuge.
La nascita di un figlio sottintende un nuovo progetto di vita, che interrompe ogni legame con il precedente matrimonio e fa venir meno l’obbligo di mantenimento a carico dell’ex coniuge.
Perde il diritto al mantenimento anche l’ex coniuge che abbia redditi propri.
La ex moglie che aveva diritto al mantenimento lo perde quando trova un lavoro che le consente di mantenersi e la rende autosufficiente.
Il lavoro però non è l’unica fonte di reddito.
Un immobile ereditato dalla famiglia d’origine, per esempio, se affittato può divenire una fonte di reddito e contribuire all’indipendenza economica di una persona.
Una certa capacità di spesa può essere indice dell’autosufficienza economica.
Anche la capacità di spesa costituisce un indice importante dell’indipendenza economica.
Se l’ex moglie è in grado di affrontare spese decisamente più elevate rispetto a ciò che il mantenimento le consentirebbe, tali spese possono costituire una spia di un reddito non dichiarato.
Tale circostanza può consentire la rivalutazione dell’assegno di mantenimento, ma anche indurre la cessazione del diritto.
Considerato che ogni caso dovrà essere, come sempre valutato singolarmente, sarà comunque necessaria la consulenza di un avvocato divorzista per valutare l’opportunità di una richiesta di cessazione dell’obbligo del mantenimento.