Tempo di lettura: 4 minutiSepararsi senza rovinarsi è l’unico modo per lasciarsi davvero alle spalle le sofferenze che hanno minato il matrimonio e trasformare un momento difficile in un’occasione per cambiare in meglio la propria vita.
La separazione costituisce, infatti, senza dubbio un momento doloroso sia per entrambi i coniugi, sia per i propri figli.
Raramente si considera tuttavia che la separazione dei coniugi che hanno avuto figli nel corso del matrimonio, spesso coinvolge ben tre famiglie.
Oltre alla famiglia che i coniugi hanno creato, infatti, rimangono inevitabilmente coinvolte nelle vicende della separazione, anche le famiglie d’origine di ciascun coniuge.
E’ certamente vero che i primi a soffrire della separazione dei genitori sono i figli, ma è altrettanto vero che i loro nonni, gli zii, i cugini, che costituiscono la prima cerchia sociale , subiscono, anch’essi, gli effetti della separazione.
Spesso le famiglie d’origine dei coniugi separati che si trovano a dover subire le loro decisioni, ne alimentandone poi i sensi di colpa.
Talvolta, tuttavia, sono proprio le famiglie d’origine a condizionare le decisioni dei coniugi e, nelle ipotesi peggiori, a fomentare vere e proprie faide familiari, che trovano immancabile sfogo nei bambini.
Altre volte la separazione finisce per travolgere anche le relazioni amicali e sociali che la famiglia ha creato nel corso del matrimonio.
In questi casi la separazione rischia di trasformarsi in una vera e propria tragedia, anche qualora i coniugi dovessero optare per una separazione consensuale.
Ma come fare, dunque, per separarsi senza rovinarsi?
I primi a dover comprendere che il matrimonio si fa e si disfa in due sono proprio i coniugi.
Da tale consapevolezza discende innanzitutto la capacità di accettare i cambiamenti che inevitabilmente la separazione comporta e di favorire l’accettazione serena della nuova condizione anche da parte dei figli.
Sono infatti proprio i rancori e le recriminazioni dei coniugi a trascinare con sé anche i figli ed i famigliari in un vortice negativo che, una volta innescato, si autoalimenta.
Accettare che il matrimonio è stata un’esperienza che volge al termine, senza cercare colpe e colpevoli, è il primo passo per separarsi senza rovinarsi.
Ciò significa evidentemente avere la capacità di chiudere un capitolo della propria vita senza leggerlo come un fallimento, senza giudicare i protagonisti e senza, quindi, mantenere accesi gli stessi sentimenti e le medesime dinamiche che hanno portato i coniugi alla separazione.
Che senso ha separarsi se poi si continua a riproporre all’altro le stesse recriminazioni, le stesse dinamiche tenute durante il matrimonio?
Replicare i sentimenti e le sofferenze che hanno portato alla fine del matrimonio anche dopo la separazione, significa opporsi al cambiamento che inevitabilmente la separazione richiede e continuare a farsi travolgere dal medesimo vortice negativo, senza riuscire a dare una svolta positiva alla propria vita.
Ecco i 5 comportamenti da evitare per separarsi senza rovinarsi?
1° Coinvolgere i figli nei litigi o, peggio ancora, usarli come messaggeri per l’altro genitore.
I figli hanno diritto di essere mantenuti indenni dalle recriminazioni reciproche dei genitori, di non essere chiamati a scegliere tra i due genitori e di non doverne giudicare i comportamenti.
Anche per questo motivo è assolutamente deleterio renderli ambasciatori di messaggi per l’altro genitore.
Senza considerare che nell’età della pre-adolescenza potrebbero imparare ad usare a proprio vantaggio i difetti di comunicazione tra i genitori, giocando proprio sulle loro discordanze e sulle loro incomprensioni.
2° Avanzare pretese economiche irragionevoli o sottrarsi all’obbligo del mantenimento.
Spesso sono proprio le diatribe economiche a rendere cruenta una separazione e ad impedire ad entrambi i coniugi di mantenere rapporti sereni a tutto vantaggio di sé stessi, dei figli ed anche dei nuovi compagni.
Se, da un lato, il coniuge che ha diritto ad un mantenimento (per sé e/o per i figli) e che conosce le disponibilità dell’altro genitore, mantiene le proprie richieste ad un livello di ragionevolezza e, dall’altro, il coniuge che è tenuto a contribuire rispetta il diritto dell’altro pagando puntualmente, ne giovano sia i figli che i genitori.
3° Rendere difficoltosa o macchinosa la comunicazione con l’altro genitore.
Pretendere che la comunicazione avvenga solo per iscritto, magari via e-mail o, peggio ancora, solo tramite avvocato, inficia la comunicazione stessa, rendendola macchinosa e fomentando le incomprensioni ed i motivi di recriminazione, che si ripercuotono inevitabilmente sulla serenità dei bambini.
4° Intralciare la frequentazione dei figli con l’altro genitore e con il relativo ramo parentale.
I figli hanno diritto di mantenere rapporti significativi con entrambi i genitori e con i rispettivi rami parentali e spesso i nonni (ma anche gli zii ed i cugini) giocano un ruolo importante nella loro crescita.
Privare i bambini dei propri affetti significa inficiarne lo sviluppo psico-fisico ed aggiungere dolore a dolore.
5° Coinvolgere i parenti nel conflitto coniugale.
Coinvolgere i propri familiari nei problemi coniugali, magari anche solo per ottenere appoggio e conforto, significa autorizzare altre persone ad intromettersi nel rapporto coniugale e fomentare il risentimento nei confronti dell’altro.
Tale comportamento, oltre a non favorire la distensione dei rapporti, spesso finisce per coinvolgere anche i bambini, che talvolta si sentono in dover difendere un genitore davanti ai parenti dell’altro e talaltra, invece, assorbono le convinzioni negative distaccandosi dal genitore vituperato.
Il dialogo tra i coniugi favorisce una separazione serena.
Quelli analizzati sono solo alcuni suggerimenti per evitare che la separazione diventi un calvario, sia per genitori e figli, che per le rispettive famiglie, ma certamente un avvocato divorzista, esperto in diritto di famiglia, può indubbiamente aiutare i coniugi a separarsi serenamente.
Certamente la separazione diventa più facile e più serena per tutti se i coniugi sono in grado di parlarsi e di superare le proprie divergenze con un occhio di riguardo al bene dei propri figli.
Si dice spesso che la felicità dei figli è la gioia dei genitori.
Se i genitori se lo ricordassero quando si separano, davvero potrebbero vivere la separazione come un momento catartico e trasformarlo in un trampolino di lancio per dare una svolta alla propria vita.
Solo accettando il cambiamento e lasciandosi il passato alle spalle è possibile separarsi senza rovinarsi e godersi l’arcobaleno dopo la tempesta.