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separazione consensualeLa separazione consensuale spesso è la via più rapida per lasciarsi alle spalle la crisi matrimoniale e ricominciare una nuova vita.

Ma se è così, perché tanti coniugi optano ancora per la separazione giudiziale?

La spiegazione è presto detta: la separazione consensuale ha come presupposto necessario che in coniugi trovino un accordo per regolamentare la propria vita da separati.

Nel ricorso che verrà presentato al Tribunale competente, infatti, i coniugi dovranno indicare come intendono regolamentare l’affidamento condiviso e il mantenimento dei figli minori, le modalità di visita dei figli da parte del genitore non collocatario e l’eventuale assegnazione della casa coniugale, oltre, ove previsto, il mantenimento personale per il coniuge economicamente più debole.

Con la separazione consensuale è inoltre possibile definire anche i rapporti patrimoniali tra i coniugi agevolandosi dell’esenzione fiscale.

Ogni trasferimento immobiliare, deciso dai coniugi nelle condizioni del ricorso, infatti, gode di una totale esenzione fiscale.

La parte più delicata della separazione consensuale è dunque proprio la trattativa volta a definire le condizioni della separazione.

Se i coniugi, tuttavia, non riescono a trovare un accordo sulle condizioni essenziali della separazione, non sarà possibile depositare un ricorso consensuale ed entrambi i coniugi dovranno esporre le proprie rispettive richieste al Tribunale nell’ambito di una separazione giudiziale.

Ma basta l’accordo dei coniugi a dare efficacia alla separazione?

In realtà l’accordo dei coniugi è solamente il presupposto per la separazione consensuale; presupposto essenziale ma non sufficiente.

Affinché i coniugi possa dirsi legalmente separati, infatti è necessario che le condizioni della separazione riportate nel ricorso per separazione consensuale siano omologate dal Tribunale competente.

L’omologa della separazione da parte del Tribunale, non è tuttavia una mera formalità, se i coniugi hanno dei figli minori.

Il Tribunale, infatti, in questa fase è chiamato a tutelare proprio i figli minori, valutando che le modalità decise dai coniugi per regolamentare l’affidamento condiviso ed il mantenimento dei figli, sia congruo alle esigenze dei minori.

Anche per questo motivo, oltre che per verificare la bontà di accordi che, presi in questa fase, saranno vincolanti per i coniugi, è importante avvalersi della consulenza e dell’assistenza di un avvocato divorzista, che consenta agli interessati di comprendere pienamente quali sono i propri diritti ed i propri doveri.

Avv. Elena Angela Sestini

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I figli adolescenti spesso vivono la separazione dei genitori in modo attivo e partecipe.

ascolto del minore

I figli adolescenti hanno diritto di essere sentiti dal Giudice della separazione dei loro genitori.

E il Giudice della separazione ha un corrispondente dovere di ascoltare il minore ultra dodicenne in caso di disaccordo dei genitori in merito alle questioni che lo riguardano.

La residenza del figlio adolescente o preadolescente è una cosa che lo riguarda da vicino e sulla quale egli ha quindi il diritto riconosciuto di dire la sua.

Ciò non significa che siano i figli adolescenti a decidere del proprio futuro.

Spesso tuttavia i ragazzi diventano, loro malgrado, protagonisti della separazione dei genitori.

Talvolta sono addirittura i ragazzi a tirarne le fila, schierandosi senza mezzi termini per uno dei due genitori, magari attribuendo all’altro genitore ogni responsabilità dello sfascio della famiglia.

Altre volte sono letteralmente tirati per la giacchetta da entrambi i genitori, ciascuno allo scopo di avere il figlio dalla propria parte e vincere la partita nei confronti dell’altro.

In una separazione in cui i figli adolescenti sono chiamati in Tribunale, nessuno dei protagonisti vince, perdono tutti!

Perde chi pretende di costringere un figlio a schierarsi dalla propria parte (che lo ottenga o meno).

Ma perde anche chi alza le mani di fronte a questo comportamento e rinuncia a lottare.

Perde il figlio adolescente, che penserà di aver contribuito alla decisione del Giudice, che ne sia contento o meno.

E perde il ragazzo che porterà sempre con sé il dolore ed il senso di colpa di aver contribuito a dare il colpo di grazia ad uno dei propri genitori in un momento di debolezza.

Perde anche il figlio che non intenda schierarsi, perché uno dei suoi genitori (o magari entrambi) glielo rinfaccerà.

Certamente perde la persona.

Dietro al ruolo famigliare (padre, madre o figlio che sia), infatti, c’è una persona costretta a mettere in piazza, davanti a Giudici, Avvocati e Psicologi, la propria vita, le proprie abitudini, la propria personalità.

Il Giudice della separazione è tenuto a sentire i figli minori che abbiano compiuto i 12 anni, in relazione alle decisioni che li riguardano direttamente.

Ma il Giudice è tenuto a decidere secondo le richieste dei figli adolescenti?

Ovviamente no.

Il fatto che il Giudice debba sentire il minore ultra dodicenne non significa certamente che debba attenersi poi, nella sua decisione, alle preferenze espresse dal ragazzo.

Ovviamente tuttavia, le richieste e le parole dei figli adolescenti avranno un peso e saranno attentamente valutate dal Giudice o, talvolta, da uno psicologo da questi delegato.

Spetterà dunque al Giudice comprendere quanto siano autentiche o imboccate dal genitore le parole del minore.

Sarà sempre il Giudice a dover capire quale sia il bene del ragazzo, indipendentemente dai desideri che egli esprime.

Se lo riterrà opportuno il Giudice deciderà quindi diversamente.

La decisione finale, comunque, sarà sempre presa nell’ottica dell’effettivo interesse del minore.

Ma chissà cosa penserà quel ragazzo, qualunque sarà la decisione del Giudice nella separazione dei suoi genitori?

Anche per tale motivo i genitori devono sempre considerare se la soluzione del compromesso non sia la via migliore per sé e per i figli.

Separarsi senza rovinarsi significa optare per il benessere dei figli, adolescenti o bambini che siano.

La separazione giudiziale, ovvero il contenzioso minorile, talvolta sono inevitabili.

In tali casi è l’avvocato divorzista, esperto in diritto di famiglia, a dover indirizzare la strategia difensiva al fine di minimizzare i costi umani che sarebbero anche i figli a sostenere.

 

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separazione consensuale e giudizialeCome si sceglie tra separazione consensuale e giudiziale?

Che differenza c’è tra separazione consensuale e giudiziale?

La domanda non è affatto banale, considerato che i coniugi che decidono di separarsi spesso sono sfiancati da lunghi periodi di conflitti famigliari.

La separazione consensuale, infatti, è frutto di un accordo ed è possibile solo se, dopo aver definito ogni questione relativa all’affidamento dei figli minori, all’assegnazione della casa coniugale, al mantenimento, i coniugi decidono di volersi separare alle condizioni concordate.

Se i coniugi sono in grado di trovare un accordo, la scelta tra separazione consensuale e giudiziale cadrà indubbiamente sulla prima opzione.

Salvo il caso in cui il comportamento di uno dei due coniugi induca l’altro a rifiutare a priori l’ipotesi di una separazione consensuale, generalmente, prima di scegliere la via della separazione giudiziale, un tentativo di trovare un accordo viene svolto da ogni avvocato divorzista che si rispetti.

Non c’è dubbio, infatti, che la separazione consensuale porti ad entrambi i coniugi una serie di vantaggi che è difficile ignorare.

Per questo motivo, nella pratica, anche buona parte delle separazioni giudiziali termina alla prima udienza, trasformandosi in una separazione consensuale, grazie all’intervento, spesso decisivo del Giudice.

Separazione consensuale e giudiziale sono due procedure distinte per attivare il Tribunale e ottenere una separazione legale.

La prima troverà entrambi i coniugi concordi nel chiedere al Tribunale di aderire alle decisioni che concordemente essi hanno preso per regolamentare i propri rapporti dopo la separazione, mentre nella seconda ognuno dei due coniugi proporrà al Giudice le proprie domande e contrasterà in giudizio quelle dell’altro.

Per questa ragione, separazione consensuale e giudiziale hanno iter e tempi diversi: l’iter giudiziario della prima è snello e rapido, mentre l’iter giudiziario della seconda è indubbiamente più complesso e prolungato nel tempo.

Anche i costi delle due procedure sono diversi ed ovviamente la separazione giudiziale sarà più costosa di una separazione consensuale.

Se si aggiunge che, trovando un accordo per le condizioni della separazione, i coniugi possono regolare in un unico atto anche i propri rapporti patrimoniali, giovandosi della totale esenzione fiscale per i trasferimenti immobiliari, non v’è dubbio che, salvo in rari ed ormai sempre più eccezionali casi, la separazione consensuale sia da preferire alla separazione giudiziale.

Per maggiori informazioni sulla differenza tra “separazione consensuale e giudiziale”, clicca qui

Avv. Elena Angela Sestini

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